Di recente sono venuto a conoscenza dell’esistenza di un movimento mondiale, che organizza eventi dove ci si incontra per discutere un tema a noi imprenditori molto caro…
IL FALLIMENTO??

Alla domanda ma perchè parlare di questi “terribili” argomenti? Loro rispondono così…
Nel nostro tessuto sociale il fallimento, come sappiamo è una specie di tabù, è qualcosa che ci tocca da vicino e che ha a che fare con la nostra parte più intima, con l’autostima e “l’indispensabile considerazione” che da esseri fragili, necessitiamo ci venga riconsciuta.
Conosciamo i dolorosi fatti di cronaca riguardanti imprenditori che non sono riusciti a metabolizzare questa “pesantissima onta” e presi da disperazione e solitudine, si sono arresi scegliendo una “soluzione” drammaticamente sbagliata.
Ahinoi, un tema assolutamente di grande attualità che mi ha spinto a voler approfondire l’argomento.
Qundi tempo fa, incuriosito da questo inusuale modo di affrontare un tale delicato argomento, ho deciso di partecipare ad uno di questi eventi, “nella vita non si sa mai…??” che si è tenuto a Milano nella sede di Vodafone, che tra l’altro dispone di un bellissimo teatro.
Titolo dell’evento:
FUCKUP NIGHTS
Sul palco si sono succeduti tre imprenditori che, senza macchia e senza vergogna, hanno raccontato la loro storia di fallimento/errori.
In pratica dei pazzi, ma dico io… è risaputo che l’imprenditore è un uomo/donna tutto di un pezzo, che si è fatto da solo, che non sbaglia mai, che sa tutto lui, e quelli che falliscono sono degli sfigati e a volte perfino dei farabutti, no?…E questi vanno lì, e di fronte ad un nutrito pubblico di sconosciuti raccontano le loro miserie umane…!?
I tre interventi hanno restituito una visione del problema completamente diversa, dove il fallimento non solo, com’è giusto che sia, non rappresenta un dramma esistenziale senza via d’uscita, ma addirittura assume un valore formativo, sia professionale che umano.
Più volte è stato ribadito che l’errore o gli errori, possono determinare il fallimento di un progetto, ma non di una persona.

«Gli studi dimostrano inoltre che le imprese che devono cominciare da zero una seconda volta ottengono risultati migliori e sopravvivono più a lungo»
Credo che il problema sia anche di natura culturale, mi capita spesso di confrontarmi con persone che hanno difficoltà a riconoscere i propri errori e questo rappresenta un grande spreco, che vanifica l’aspetto positivo e formativo degli inevitabili incidenti di percorso che ci capiterà di commettere.
Una delle prime cose che trasmetto ai miei giovani collaboratori è che non c’è nulla di sbagliato nello sbagliare, anzi riconoscere i propri errori e le proprie responsabilità influisce positivamente sul processo di crescita professionale, e non solo.
Ma se invece tendiamo a giustificarci o peggio, ad attribuire a fattori a noi estranei, le nostre mancanze e i nostri errori, allora sì, che siamo destinati a diventare dei veri falliti.

“Ho fallito più e più volte nella mia vita, ed è per questo che ho avuto successo»
( Michael Jordan)